da Selvaggia Fagioli | Lug 25, 2022 | Eventi, Innovazione
Lo scorso 15 luglio si è conclusa la prima fase del progetto GROUND: Green On Umbria for New Development è un progetto innovativo di partecipazione e co-creazione, organizzato dalla Regione Umbria, con la collaborazione del Parco 3 A, Sviluppumbria e CESAR, nell’ambito dell’iniziativa “La Scienza incontra le Regioni” (Science meets regions ) promossa dal Centro Comune di Ricerca della Commissione Europea (JRC), che riunisce esperti di vari settori chiave per un concreto ragionamento guidato, facilitato e partecipato. La metodologia utilizzata per il progetto di partecipazione è quella della Innovation Camp , in cui si ritrovano a co-creare attori della Quadruple Helix: aziende, società civile, decisori politici e mondo dell’università.
Il progetto prevedeva di lavorare su tre sfide:
- co-creare soluzioni ed idee per l’implementazione di una filiera umbra per la produzioni di polimeri a partire da biomasse vegetale di origine agricola;
- co-creare soluzioni ed idee per l’implementazione di una filiera umbra per la produzioni di bioplastiche compostabili;
- creare un prototipo che renda gli attori della Quadruple Helix in Umbria, consapevoli delle opportunità della Circular Economy, garantendo ad essi: accesso all’informazione e modalità di partecipazione e condivisione.
Noi di Umbria Business Group abbiamo partecipato alla terza sfida
Il gruppo di lavoro della sfida n. 3 ha redatto gli Obiettivi ed Opportunità trasversali a tutte le azioni per individuare interventi su piccola scala, su territori di medie dimensioni (permettendo una successiva scalabilità):
- Formare gli enti ed i governatori locali (soprattutto quelli giovani) affinché capiscano, conoscano e comincino a conoscere/adottare/promuovere le tecniche di governo attraverso l’engagement, soprattutto quando ci sono in ballo scelte che riguardano il GREEN, la Sostenibilità, l’Economia Circolare in genere, etc;
- Riscoprire il forte collegamento che c’è fra i luoghi e la popolazione che li abita, questo potrebbe naturalmente far emergere esperienze di engagement, di partecipazione collettiva sui temi dell’economia circolare (comunità locali aperte);
- l’Economia Circolare è anche fatta da numeri, dati, dimostrazioni, etc, prodotti da ricercatori e che possono essere messi a disposizione del policy maker, per governare, fare programmazione ed intervenire nel territorio.
A breve inizieranno le attività dei vari gruppi di lavoro, vi terremo aggiornati sui prossimi sviluppi e sui risultati del progetto. Per maggiori informazioni potete scrivere a: pr@umbriabusinessgroup.it
da Selvaggia Fagioli | Mar 13, 2020 | Business, Eventi, People
Gentili soci e simpatizzanti,
Conoscete già la situazione nazionale causata dal #coronavirus e tutte le limitazioni che comporta. Noi non facciamo certo eccezione, avevamo a suo tempo pianificato il consueto calendario degli eventi per questi primi mesi del 2020 ma l’evolversi degli eventi ci ha costretto a rimandarli a data da destinarsi. Con questo vogliamo però precisare che le attività di UBG non si fermano, continuano online tramite i nostri social, il sito, e la nostra reperibilità tramite i soliti contatti per seguire le vostre esigenze, agevolare lo smart working e guardare al momento in cui questa emergenza sarà rientrata e tutte le attività, le nostre incluse, torneranno alla normalità.
Restiamo a casa, ma attivi e fiduciosi.
A presto,
Selvaggia e Fabrizio
da Selvaggia Fagioli | Gen 13, 2020 | Business, interviste
EN4 è una realtà ormai consolidata con sede a Corciano che nasce nel 2006 sotto forma di spin-off accademico dell’Università di Perugia, al pari di altri come Sibylla Biotech o Umbria Bioengineering Technologies – UBT, e si occupa di creare banchi di prova per industrie automobilistiche, manifatturiere, meccaniche ed elettromeccaniche, sia per ricerca e sviluppo che per la linea di produzione. Come UBG ci siamo posti il problema di conoscere e far conoscere le aziende degne di nota del territorio la cui visibilità rischierebbe altrimenti di restare limitata al loro ambito specialistico. Abbiamo quindi intervistato Gianluca Franchi, Nicola Mariucci e Luigi Foschini per cogliere spunti che speriamo risultino utili ai lettori del nostro blog.
UBG: Cosa vi ha spinto a distaccarvi dall’Università e creare una start-up, in un periodo in cui ancora non si conosceva questo termine in Italia?
EN4: Siamo nati come tentativo di avvicinare il mondo della ricerca in ambito accademico alle sempre più stringenti esigenze dell’industria manifatturiera ed automotive in particolare. Lo spin-off è stato il modo più naturale per passare dalle attività di ricerca svolte presso i laboratori di facoltà per aziende come Marelli e Lamborghini, a una sinergia completa con esse grazie alla fornitura di strumentazione di misura.
UBG: Come avete finanziato la nascita di questo spin-off?
EN4: Lo spin-off, fondato interamente da personale accademico, si è da subito finanziato grazie alle stesse attività fornite per i primi clienti. Il modello di business si è strutturato infatti con la vendita del know-how acquisito durante l’attività accademica e la “traduzione” di questo in progettazione e fornitura di strumenti appositamente costruiti per i primi clienti.
UBG: Qual era il modello di business nel 2006 e qual è ora? Cos’è che avete modificato del vostro approccio al mercato negli anni?
EN4: Il nostro modello di business, se per i primi anni si è diviso tra la fornitura di sistemi e la consulenza alla progettazione in specifiche aree, è diventato poi molto più verticale sul primo aspetto, con una conseguente crescita di personale per poter sostenere una produzione di decine di sistemi di test all’anno.
UBG: Vi rivolgete a un mercato particolare, alle industrie automobilistiche, manifatturiere, meccaniche ed elettromeccaniche, con un prodotto come i banchi di prova. Come mai avete scelto proprio questo? Secondo voi questo mercato che tipo di evoluzione avrà?
EN4: Come detto in precedenza, è stata per noi la naturale evoluzione dell’attività di ricerca, scelta favorita da un ambiente così dinamico come quello automotive, che plausibilmente sarà sempre più rafforzato nei prossimi anni, vista anche la notevole rivoluzione in atto legata alla crescita dell’elettrico, e la tendenza delle principali aziende a servirsi sempre più di outsourcing per quanto riguarda R&D e qualità.
UBG: Essendo nati come spin-off accademico, la parte di R&D è certamente centrale alla vostra attività. Se doveste dare un valore indicativo, per quanto incide sul totale?
EN4: La parte di R&D è intrinsecamente legata alla nostra attività, e in maniera duplice, dovendo seguire le attività di R&D dei nostri clienti (3/4 delle applicazioni sono per R&D), ma dovendo anche accrescere internamente il nostro know-how per fornire queste soluzioni.
UBG: Adottate quale approccio allo sviluppo? Lean, Kanban, metodo Toyota, ecc.? E perché?
EN4: La nostra organizzazione produttiva è caratterizzata da un numero limitato di sistemi prodotti, mentre è invece molto elevata l’importanza che viene data alla soluzione per una particolare esigenza. Quindi, piuttosto che approcci orientati all’ottimizzazione dei processi, facciamo nostri alcuni principi Lean, come l’identificazione del valore per il cliente e il continuous improvement.
UBG: EN4 è localizzata a Corciano, quanto la filiera incide sul successo della vostra azienda? Che tipo di supply chain avete?
EN4: Abbiamo una supply chain molto variegata, data l’unicità delle soluzioni che dobbiamo affrontare, e per questo negli anni abbiamo avuto modo sia di utilizzare singoli componenti che possono arrivare ad esempio da un fornitore giapponese, sia di avvalersi di partnership con fornitori locali, ovviamente necessari laddove sia richiesta manodopera specializzata, dalla realizzazione di componentistica meccanica alla fornitura di impianti elettrici.
UBG: Quali sono le prospettive per i prossimi anni? Dove vi vedete tra 5 anni?
EN4: L’obiettivo principale è quello di riuscire a “leggere” e se possibile anticipare il cambiamento epocale che è in atto nel mondo industriale odierno, a cominciare dal settore dei trasporti fino ad arrivare al mondo IoT, cambiamento che stiamo già seguendo negli ultimi anni investendo su temi come l’Automotive Elettrico e sistemi per la Smart Factory. Una volta
compresa la direzione in cui andrà l’industria, essendo noi a supporto di questa nella ricerca e nello sviluppo, potremo capire come poter consolidare e rafforzare la nostra posizione odierna, in Italia e negli altri mercati di interesse.
UBG: Che tipo di vantaggi avete apportato alla vostra clientela?
EN4: Il valore aggiunto è di riuscire a fornire la soluzione in un ambito in cui la misura di un componente deve essere fatta secondo una specifica molto articolata, perché nell’ambito automotive ci sono esigenze diverse mese dopo mese, ci sono nuove normative e scenari commerciali e le richieste di test sono molto stringenti. Possiamo offrire nonostante le piccole dimensioni un sistema che svolge la misura non standard richiesta dal cliente.
UBG: Che tipo di team siete?
EN4: Siamo tre soci, Gianluca Franchi, Nicola Mariucci e Luigi Foschini, e ci occupiamo di tutti i vari aspetti aziendali. Ad oggi Gianluca cura gli aspetti commerciali e marketing, Luigi è responsabile tecnico e Nicola è responsabile della parte di amministrativa e di produzione. Siamo all’80% tecnici. Ci sono 8-9 ingegneri meccanici, un fisico, informatici, mediamente giovani, due ragazze, una ingegnere e una amministrativa e dieci ragazzi. Di media l’età del team è sotto i 30 anni. Di questi almeno quattro persone hanno svolto la tesi da noi. C’è una forte collaborazione con l’Università di Perugia con cui siamo in rapporti ottimi.
UBG: Avete riscontrato problematiche nel trovare know-how specialistico qua in Umbria?
EN4: C’è da dire che abbiamo avuto difficoltà in passato riguardo le specifiche risorse da assumere in azienda. La disponibilità di sviluppatori software è carente rispetto alla richiesta delle nuove realtà locali. Per la filiera di fornitori e consulenti ci siamo rivolti, oltre a quelli locali come fornitori del territorio Ricom (Perugia) e AMA Automazioni (Città di Castello), anche fuori dal territorio.
Potete contattare il team di EN4 ai seguenti recapiti:
Via Salvatore Allende, 11
06073 Corciano (PG), Italy
Tel/Fax: +39 075 5010004
Mail: info@en4.it
Website: http://www.en4.it/
Se anche la tua azienda offre spunti interessanti, invia una email a pr@umbriabusinessgroup.it per richiedere un’intervista. La Direzione si riserva di pubblicare solo quelle in linea con la mission dell’Associazione.
da Selvaggia Fagioli | Nov 16, 2019 | Business, Innovazione, Lavoro
L’iperammortamento è una delle misure più interessanti messe in campo negli ultimi anni in quanto, sovrastimando un bene nel suo valore ai fini IRES, permette un risparmio fino al 40% spalmato negli anni di ammortamento del bene. Il 31 Dicembre 2019 scade il termine per l’ammissibilità degli investimenti, siano essi acquistati in toto, o solo pagati in acconto del 20%. Mentre fino al 2018 l’iperammortamento aumentava il valore del bene al 250% a prescindere dall’ammontare degli investimenti, nel 2019 si ha una versione a scaglioni con agevolazione decrescente, e per gli investimenti di piccole e microimprese rientranti nella prima fascia di valore (€ 2.500,00), l’agevolazione è al 270%, facendo risparmiare circa il 40%, anziché il 36% degli anni precedenti.
Quindi se state pianificando di acquistare un macchinario in Industria 4.0 da € 100.000, quest’anno avreste un risparmio di circa € 40.000 anziché € 36.000.
Ma cosa sanno gli imprenditori di questa disciplina?
Purtroppo poco, e comunque ne vengono spesso a conoscenza da venditori di macchinari, che non di rado mancano di una visione complessiva della disciplina. L’acquisto di un macchinario in industria 4.0 non è sufficiente per poter usufruire dell’Iperammortamento. Questo macchinario deve essere “interconnesso” al sistema aziendale in modi specifici, che richiedono tra l’altro:
- il caricamento da remoto di istruzioni, salvo casi particolari propriamente giustificati,
- l’interazione automatica con il sistema di logistica informatizzato dell’azienda,
- una telemanutenzione, dimostrata con contratto attivo per 5 anni, ecc.
Le sanzioni possono arrivare fino al 180% della somma agevolata. Se si è usufruito di una agevolazione di € 100.000 e il macchinario risulta non propriamente connesso, si deve restituire tale somma e vi si aggiunge una sanzione di ulteriori € 180.000. Come se non bastasse, i controlli possono avvenire durante i 10 anni successivi all’acquisto.
Ma spesso si ha anche l’effetto opposto, cioè ci si lascia sfuggire occasioni di risparmio laddove l’agevolazione sarebbe applicabile, ma non vi abbiamo ricorso. Difatti, in alcune circostanze è possibile portare in iperammortamento anche beni usati, se parte di un bene cui contribuisce in maniera maggioritaria un bene nuovo. È il caso di linee di processo con funzionamento solidale. Oppure rientrano in iperammortamento le attrezzature autocostruite, portando come costo agevolabile anche le buste paghe del personale interno, a patto però che risultino come beni ammortizzabili.
L’agevolazione ha durata annuale e viene aggiornata e rimodulata nelle leggi finanziarie di fine anno. Ad oggi non si hanno informazioni se verrà rinnovata o se le percentuali rimarranno così vantaggiose per le piccole imprese. Quindi se si ha esigenza di fare investimenti è meglio procedere da subito, quantomeno effettuando l’ordine con il 20% di anticipo entro il 31 dicembre, che “congela” per un anno il diritto di accedere al beneficio nei termini di vigenza del 2019.
Tutte buone ragioni per ricorrere a professionisti esperti della materia prima di investire risorse. Per questo ne abbiamo parlato nell’evento di Umbria Business Group di venerdì scorso a Foligno, in un incontro dedicato proprio agli imprenditori.
Chiaramente vi sono anche altri aspetti da valutare caso per caso, ma che come Umbria Business Group siamo a disposizione per sottoporre ai nostri esperti, in questo caso l’ing. Marco Catanossi, il quale ci ha assistito nei contenuti di questo articolo, e ha già aiutato decine di aziende umbre ad accedere all’agevolazione in questione, anche redigendo le relazioni tecniche e perizie giurate richieste per accedervi.
Chiama +39 339 6207311 o invia una email a pr@umbriabusinessgroup.it per maggiori informazioni.
da Selvaggia Fagioli | Ott 4, 2019 | Business, Lavoro
L’aspetto della certificazione di prodotto viene ancora grandemente sottovalutata dalle aziende e dagli operatori professionali. Per questo, in collaborazione con l’ing. Marco Catanossi, dedicheremo una serie di articoli ed incontri su questo argomento, fornendo indicazioni, consigli, informazioni e spunti di approfondimento.
Qualche settimana fa delle scarpe sportive provenienti dall’Italia sono state ritirate dal mercato, a seguito di una segnalazione fatta in Germania, perché non rispettavano la legislazione di prodotto sulle sostanze chimiche pericolose, il regolamento REACH. La quantità di cromo nel cuoio infatti era superiore a quella consentita per legge: il cromo è un sensibilizzante e può causare gravi reazioni allergiche (puoi leggere qua la segnalazione al RAPEX – Il sistema di allerta rapido per i prodotti non alimentari della Commissione Europea).
La legislazione di prodotto entra nelle nostre case sia come consumatori, potenzialmente vittime di prodotti pericolosi, che nei nostri posti di lavoro colpevoli di omissioni più o meno consapevoli. Il mancato rispetto delle norme infatti può comportare forti sanzioni (anche nell’ordine delle centinaia di migliaia di euro!) sino all’arresto, cui si sommano i costi di gestione della non conformità come i richiami dal mercato e i danni di immagine.
Per questo è necessario che le aziende si dotino di professionalità, sia esterne che interne, per affrontare aspetti che, se propriamente gestiti fin dall’inizio, possono anche rappresentare un punto di forza su cui far leva.
Ad esempio, qualche tempo fa fui colpito dalla scrittura sul packaging di un giocattolo dove si veniva avvertiti che il legno di cui era costituito perdeva più facilmente il colore rispetto ad altri perché utilizza solo vernici ad acqua, nel rispetto della normativa. Questo induceva una motivazione all’acquisto maggiore rispetto ad un costo più basso, cui per contrasto veniva associato un pericolo, e, a giudicare dallo scaffale, aveva sicuramente il suo effetto sugli acquirenti.
A questo punto ti starai chiedendo cosa sia questa legislazione di prodotto di cui sto scrivendo e se effettivamente riguarda anche te e la tua azienda. La risposta è probabilmente sì, se sei un’azienda che produce, importa o commercializza prodotti, componenti e sostanze sul mercato europeo a titolo oneroso ma anche gratuito.
La legislazione di prodotto è costituita da un vasto corpo normativo, principalmente dell’Unione Europea , che fornisce:
- requisiti essenziali di sicurezza
- obblighi amministrativi
- regole tecniche
Formalmente, gli operatori economici si definiscono come:
- Fabbricante: chi vende con il proprio nome in etichetta
- Importatore: chi immette per primo il prodotto nel mercato dell’UE
- Distributore: grossisti e venditori al dettaglio
- Rappresentante Autorizzato: ruolo specialistico non commerciale ma puramente normativo, utilizzato in generale dai fabbricanti extra UE
Ogni livello ha le sue responsabilità e può essere interpellato dalle autorità di vigilanza.
Basti pensare che il negoziante che vende un giocattolo privo di marcatura CE o delle avvertenze sulla sicurezza in lingua italiana è soggetto alla sanzione amministrativa da 1.500 a 10.000 euro.
Ora pensa se, dato il tuo ruolo, rientri in una delle figure professionali sopra elencate.
Se vuoi saperne di più, ti aspetto al prossimo articolo, dove approfondiremo il ruolo del Fabbricante, ovvero colui che, anche se non progetta o fabbrica direttamente il prodotto, lo immette sul mercato con il proprio nome in etichetta.
Per domande e chiarimenti sui contenuti dell’articolo puoi contattare l’autore, ing. Marco Catanossi all’email: tech@ceregulation.com indicando il riferimento UBG nell’oggetto.
Contattaci per scoprire come Umbria Business Group può aiutare le aziende associate a migliorare la propria performance ed aumentare la competitività sul mercato:
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